Un buon colloquio è una conversazione tra due persone che cercano di capire se possono lavorare bene insieme. Non limitarti a rispondere alle domande: approfitta dell’occasione per farne anche tu. È il modo migliore per mostrare curiosità, interesse e voglia di metterti in gioco.

Ma sapere cosa chiedere non è sempre semplice. Alcune domande possono sembrare banali, altre rischiano di apparire troppo dirette. Per questo abbiamo raccolto una lista di esempi utili che ti aiuteranno a scegliere le parole giuste e a lasciare una buona impressione.

Pronto a farti notare? Vediamo insieme quali domande fare a un colloquio di lavoro per far capire che sei la persona giusta, nel modo giusto.

Domande da fare al colloquio: consigli utili

  • Fai almeno una domanda: Il 29% dei recruiter riscontra scarse capacità comunicative nei candidati. Non restare in silenzio quando ti chiedono se hai qualche domanda; farne anche solo un paio farà capire al recruiter che hai ascoltato con attenzione e che sei interessato a saperne di più sull’azienda e sul ruolo.
  • Non aspettare la fine del colloquio: se puoi, inserisci le tue domande nel corso della conversazione, collegandole a ciò che il recruiter sta dicendo; in questo modo il dialogo scorre in modo naturale e mostri che stai partecipando attivamente all’incontro.
  • Personalizza le tue domande: prima del colloquio, informati sull’azienda, guardando il loro sito o cercando notizie online, e usa queste informazioni per fare domande mirate; mostrerai preparazione, curiosità e voglia di far parte del team.
  • Fai domande sul futuro dell’azienda: va bene chiedere dettagli sul ruolo o sulla giornata tipo, ma fare domande anche su piani di crescita e obiettivi aziendali ti farà percepire come una persona orientata al lungo termine.

Un ultimo consiglio, se possibile, cerca di fare anche delle domande che ti permettano di richiamare i tuoi punti di forza in modo naturale. Per esempio, se vuoi menzionare un’esperienza professionale di cui sei particolarmente fiero oppure una competenza lavorativa in concreto, potresti dire qualcosa come:

Nel mio ultimo progetto mi sono occupato di creare contenuti e gestire le campagne social, analizzando i risultati per capire cosa coinvolgeva di più il pubblico. Crede che questo approccio possa essere utile anche qui?

E ricorda che un colloquio non si gioca solo su domande e risposte. Conta anche come ti presenti: il sorriso, la calma, la sicurezza e il linguaggio del corpo. Vuoi saperne di più? Non perderti il nostro articolo Colloquio online, tutti i consigli per il 2025.

5 domande intelligenti da fare a un colloquio al recruiter

Fare le domande giuste durante un colloquio ti aiuta a capire se il ruolo è davvero in linea con i tuoi obiettivi professionali e con il tuo modo di lavorare. Cosa chiedere a un colloquio di lavoro?

Qui di seguito trovi 5 domande che potresti rivolgere al selezionatore.

  1. Come si misura il successo in questo ruolo?
    Capire quali sono le aspettative e i criteri con cui viene valutato il lavoro ti aiuta a sapere cosa serve davvero per dare il meglio di te e avere successo in quel contesto.
  2. Come descriverebbe le dinamiche interne al team e il modo in cui si lavora insieme?
    Questa domanda ti aiuta a capire se l’ambiente di lavoro e il modo di interagire del gruppo si adattano al tuo modo di essere e di lavorare.
  3. Quali sono le principali priorità dell’azienda per il prossimo anno?
    Conoscere gli obiettivi a breve termine ti permette di capire meglio la direzione in cui l’organizzazione si sta muovendo ed è un modo per mostrare che sei interessato a contribuire attivamente a eventuali progetti futuri.
  4. Quali sono le difficoltà più comuni che si possono incontrare in questo ruolo?
    Questa domanda ti aiuta a capire le sfide tipiche del ruolo e ti permette di dimostrare un atteggiamento proattivo, mostrando come affronteresti gli ostacoli.
  5. In che modo l’azienda sostiene lo sviluppo professionale dei dipendenti?
    Chiedere informazioni su programmi di formazione o opportunità di crescita interna dimostra che sei interessato a costruire un percorso professionale duraturo all’interno dell’azienda.

Perché sono proprio queste le 5 migliori domande da fare al recruiter? Perché ti aiutano non solo a raccogliere dettagli utili, ma ti permettono anche di capire se quella posizione è davvero adatta a te.

Domande da fare a un colloquio al recruiter sul ruolo

Prima di passare alle domande più generali sull’azienda o sulla cultura interna, assicurati di aver capito bene cosa prevede il ruolo per cui ti stai candidando. Ecco alcune domande utili da fare per chiarire ogni aspetto della posizione.

  1. Qual è il prossimo passo nel processo di selezione/assunzione?
  2. Quanto dura solitamente il vostro processo di selezione?
  3. Quali sono le principali responsabilità legate a questa posizione?
  4. Come sarebbe una mia giornata tipo se venissi assunto?
  5. C’è qualcosa sul ruolo che non era indicato nella descrizione dell’annuncio?
  6. Quali risultati vi aspettate da me nel primo mese/nel primo anno?
  7. Qual è la chiave per avere successo in questo ruolo?
  8. Come cambia il lavoro nei periodi più intensi o complessi dell’anno?
  9. Il ruolo prevede trasferte o viaggi di lavoro?
  10. Che tipo di orari sono richiesti per svolgere al meglio le mansioni previste per il ruolo?
  11. È previsto/consentito fare straordinari?
  12. Può dirmi qualcosa in più sul manager del team?
  13. Come si svolge il processo di onboarding per i nuovi assunti?
  14. Di quante persone è composto il team?
  15. Qualora venissi assunto, quando sarebbe la data di inizio prevista?
  16. Le responsabilità del ruolo potrebbero cambiare nei prossimi mesi?

Una volta che hai le idee chiare su compiti e responsabilità del ruolo, puoi passare a domande più generali. Ma evita quelle a cui si può rispondere solo con un “sì” o con un “no”: meglio puntare su domande aperte, che invitino il recruiter a spiegare o a raccontare. Prima di porle, però, assicurati che la risposta non sia già disponibile online.

Domande da fare al recruiter sull’azienda

Hai già mostrato interesse per la posizione, ma è altrettanto importante far capire al selezionatore che ti piacerebbe davvero far parte dell’organizzazione e che desideri dare un contributo concreto alla crescita dell’azienda. Ecco alcune domande da fare a un colloquio di lavoro per far capire al recruiter quanto sei interessato a quella realtà in particolare.

  1. Com’è l’ambiente di lavoro in azienda?
  2. Può dirmi qualcosa in più sul team?
  3. Come vengono gestiti il feedback e la crescita dei dipendenti?
  4. Quanto tempo, in media, le persone restano in questa posizione?
  5. In che modo questo ruolo si inserisce nella struttura generale dell’azienda?
  6. Come i dirigenti/manager si rapportano/interagiscono con chi ricopre questo ruolo?
  7. Qual è il percorso di crescita previsto per chi ricopre questa posizione?
  8. Quali sono le prospettive di crescita all’interno dell’azienda?
  9. Potrebbe dirmi qualcosa in più sulla cultura aziendale?
  10. Come descriverebbe il modo di gestire e dirigere l’azienda?
  11. Cos’è che i dipendenti apprezzano di più del lavorare qui?
  12. Chi ha un profilo simile al mio come si trova a lavorare in questa realtà?
  13. Può dirmi qualcosa sull’azienda che non si trova online, non è di dominio pubblico?
  14. Che tipo di approccio manageriale viene adottato e incoraggiato in azienda?
  15. Qual è il processo con cui un’idea passa dalla fase iniziale alla realizzazione?
  16. Quanto tempo, in media, viene dedicato alla realizzazione di nuovi prodotti o progetti?

Queste domande dimostrano che ti interessa davvero capire come funziona l’azienda e in che modo potresti contribuire alla sua crescita. Allo stesso modo, il recruiter vorrà sapere perché hai scelto proprio quella realtà o ti chiederà di parlare di te.

Preparati con la guida Colloquio di lavoro: domande e risposte, in cui trovi esempi pratici per ogni situazione. E se vuoi rispondere con sicurezza alla classica domanda sui tuoi punti di forza e di debolezza, ti consigliamo di leggere anche Punti di forza e debolezza in un colloquio.

Domande da fare ad un colloquio al selezionatore per dimostrare il tuo approccio professionale

Nel corso di un colloquio, il 39% dei recruiter punta a verificare che il candidato abbia un atteggiamento professionale. Fare domande intelligenti durante un colloquio è uno dei modi più efficaci per trasmettere serietà e maturità. Ecco alcuni esempi di domande che ti aiutano a mostrare un approccio consapevole e professionale.

  1. Quando si parla di innovazione, preferite muovervi velocemente testando nuove idee o puntate di più sulla precisione e sulla qualità del risultato?
  2. Che strumenti usate/processi seguite per collaborare con i diversi team?
  3. Come viene valutata la performance in questo ruolo?
  4. Come vengono dati i feedback ai dipendenti?
  5. Come si svolge il processo di valutazione del rendimento/performance?
  6. Quali traguardi dovrebbe raggiungere una persona in questa posizione entro il prossimo anno?
  7. Ci sono iniziative o progetti trasversali a cui potrei contribuire fin dall’inizio?
  8. Come vengono condivise e organizzate le informazioni tra i vari team?
  9. Che tipo di persone tendono a ottenere i risultati migliori all’interno del team?
  10. Quali obiettivi dovrei raggiungere per crescere all’interno del ruolo/dell’organizzazione?
  11. C’è qualcos’altro che vorrebbe sapere su di me e che potrebbe aiutarla nella sua valutazione?

Evita di fare domande troppo ampie o generiche; se l’argomento è articolato, suddividilo in più domande brevi e mirate, da porre una alla volta. In questo modo ti sarà più facile ottenere risposte chiare, complete e utili alla conversazione.

Domande da porre all’intervistatore riguardanti sfide, difficoltà e concorrenza

Chiedere quali difficoltà o sfide l’azienda sta affrontando è un ottimo modo per capire in che ambiti potresti dare un contributo concreto. Così dimostri che non ti limiti alle tue mansioni, ma che ti interessa anche supportare il team e contribuire ai risultati comuni. In più, informarti sulle altre aziende del settore e sulle sfide del mercato ti aiuta a comprendere meglio le priorità e la direzione in cui si sta muovendo l’organizzazione. Ecco alcune domande che puoi fare.

  1. Ha accennato a qualche difficoltà nel lavoro di squadra: in che modo questa posizione potrebbe aiutare a migliorare la collaborazione interna?
  2. Posso chiedere come mai la persona che ricopriva questo ruolo è andata via?
  3. Quali difficoltà hanno incontrato le persone in questo ruolo in passato?
  4. Ci sono competitor o prodotti che preoccupano maggiormente l’azienda in questo momento?
  5. Quante persone hanno lasciato l’azienda nell’ultimo anno?
  6. Qual è stato il cambiamento o la sfida più importante che il reparto o l’azienda ha dovuto affrontare di recente?
  7. Su quali aspetti o obiettivi vi state concentrando in questo periodo?
  8. Quali sono i principali punti critici/sfide che chi assumerà questo ruolo dovrebbe contribuire a superare?

Fare domande di questo tipo dimostra che ti stai già immedesimando nella posizione e che pensi in modo proattivo, come se ti vedessi già parte del team. È un ottimo modo per fare una buona impressione e aiutare il selezionatore a immaginarti in quel ruolo.

Domande da fare al recruiter su opportunità di crescita e futuro dell’azienda

Le domande sul futuro dell’azienda e sulle possibilità di crescita mostrano che pensi a lungo termine e che vuoi costruire un percorso, non solo ottenere un lavoro. Ecco alcuni esempi di domande che puoi fare al selezionatore.

  1. Come vengono riconosciuti o premiati i buoni risultati dei dipendenti?
  2. Pensa che questo ruolo possa evolversi o offrire possibilità di crescita in futuro?
  3. Sono previsti momenti di formazione o affiancamento sul lavoro?
  4. Ci sono opportunità di crescita professionale? Se sì, quali?
  5. Quante persone si sono unite all’azienda di recente?
  6. L’azienda sta crescendo?
  7. Dove vorreste che fosse l’azienda tra cinque anni?
  8. Quali sono i principali obiettivi dell’azienda per il futuro?
  9. Quanto apertamente l’azienda comunica ai dipendenti i propri obiettivi, risultati e prospettive?

Mostrare interesse per il futuro dell’azienda trasmette curiosità, visione e desiderio di crescere insieme, qualità che i recruiter apprezzano sempre. Invece, quando ti chiedono se hai delle domande, la risposta da evitare è “No, non mi viene in mente nulla” perché dimostra mancanza di interesse e preparazione.

Domande da non fare a un colloquio di lavoro

È normale che lo stipendio conti molto nella scelta di un lavoro, ma non dovrebbe essere questo l’argomento principale di un colloquio. Come non dare l’impressione di essere interessato solo all’aspetto economico? Evita di fare domande su retribuzione, bonus, benefit e promozioni.

Per quanto riguarda invece le domande sulla cultura o missione aziendale, non farle se si tratta di informazioni pubbliche e facilmente reperibili. Se, per esempio, l’azienda spiega chiaramente sul suo sito com’è organizzata e quali sono i suoi valori, chiedere queste informazioni durante il colloquio potrebbe far pensare che non ti sei informato a sufficienza.

Un altro errore frequente è chiedere subito come è andato il colloquio o se hai ottenuto il lavoro. È meglio riservare queste domande a un’email di follow-up che puoi inviare successivamente, oppure semplicemente aspettare che sia il recruiter a ricontattarti. Evita anche di trasmettere impazienza chiedendo quando riceverai una risposta o quando verrà presa la decisione finale.

Quando ti viene chiesto dal selezionatore: “Hai delle domande da farmi?”, ecco alcune delle domande da evitare.

  • Com’è andato il colloquio?
  • Pensa che potrei essere scelto per il ruolo?
  • Ogni quanto vengono aumentati gli stipendi?
  • Con che frequenza vengono assegnati i bonus?
  • Quali benefit sono previsti?
  • Quando potrò avere una risposta?
  • Qual è la tempistica prevista per fare un’offerta a un candidato?
  • Di preciso, di cosa si occupa l’azienda?
  • Dopo essere stato assunto, dopo quanto tempo si possono chiedere le ferie?

Si dice che non esistano domande sbagliate, ma in un colloquio non è proprio così: alcune possono far pensare che tu sia più interessato ai vantaggi personali che al contributo che potresti dare all’azienda. Anche l’eccesso non aiuta: fare troppe domande può sembrare segno di scarsa preparazione o di poca attenzione ai tempi del selezionatore. Se noti che il recruiter sta perdendo interesse, concludi la conversazione con garbo e naturalezza.

In sintesi

Quando il recruiter ti chiede: “Ha qualche domanda?”, è il momento perfetto per dimostrare che hai ascoltato con attenzione e che vuoi saperne di più sul ruolo e sull’azienda. Cerca di fare almeno un paio di domande ben ponderate che mostrino che:

  • Sei motivato – chiedi informazioni che evidenzino il tuo reale interesse per la posizione, per l’azienda e per i progetti a cui potresti contribuire.
  • Sei preparato – evita domande troppo generiche e quelle a risposta chiusa. Scegli domande mirate che mettano in luce le tue competenze e quanto sei adatto al ruolo.
  • Hai visione e intuito – informati sul futuro dell’azienda, sulle prospettive di crescita legate al ruolo e sulle sfide che il team sta affrontando.

Seguendo questi consigli, saprai concludere il colloquio nel modo migliore, lasciando un’impressione positiva. E una volta terminato il colloquio, non dimenticare di inviare un’email di ringraziamento al recruiter: un gesto semplice ma efficace, che può fare la differenza.

Preparati al colloquio con le domande giuste e un CV che parla di te

Prepararsi a un colloquio non significa solo saper rispondere, ma anche saper chiedere. Le domande giuste mostrano attenzione, curiosità e spirito critico e ti aiutano a capire se quella realtà è davvero adatta a te. Ogni parola, gesto e dettaglio contribuisce a creare l’immagine che il recruiter avrà di te.

Per arrivare pronto, cura anche il tuo CV e la tua lettera di presentazione: puoi crearli con i modelli professionali e personalizzabili del nostro editor online, pensati per mettere in risalto le tue competenze e la tua storia professionale.

Camilla Cignarella

Camilla Cignarella

Copywriter esperta di consulenza professionale

Camilla Cignarella è una copywriter con esperienza in marketing e traduzione. Nata in una piccola città del sud Italia, si è trasferita in Spagna a 25 anni. Dopo un anno in Andalusia, ha deciso di stabilirsi in Catalogna. A Barcellona si è laureata in Filologia Spagnola e si è innamorata della letteratura sudamericana.

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